Uefa: dal 2011 al 2016 importanti passi in avanti per il calcio femminile
- Veronica Fumarola
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L’annuale report Uefa, relativo alla situazione del calcio femminile, testimonia una forte crescita di questo sport negli ultimi cinque anni. Le statistiche, che riguardano i cinquantacinque Paesi membri, sono state ricavate dai dati emersi da un sondaggio effettuato lo scorso settembre dalle varie Associazioni Nazionali e da quelli raccolti a giugno 2016 dalla Carta di Base della Uefa.
Il periodo di riferimento è quello che comprende le stagioni dal 2011 al 2016: in questi cinque anni il calcio femminile ha visto aumentare la sua popolarità e, di conseguenza, il numero delle giocatrici in tutti i Paesi del mondo. Una maggiore diffusione del calcio femminile ha fatto sì che ci fossero più allenatori e più persone coinvolte, siano queste membri dello staff, arbitri o semplici tifosi.
Per dare dei numeri precisi: le giocatrici semi-professioniste o professioniste sono aumentate del 119% dalla stagione 2012/2013 (da 1303 a 2853); Paesi come Inghilterra, Germania, Francia, Olanda, Svezia e Norvegia contano, oggi, più di 100.000 giocatrici professioniste; nella finale del torneo Under 17, invece, gli spettatori erano 10.200, record di presenze. Sono stati potenziati anche i settori giovanili, in cui si è registrata una crescita del 73% e il numero di squadre è salito da 173 (2012/2013) a 233 (2016/2017); le accademie nazionali femminili sono raddoppiate: nel 2013 erano solo dieci, oggi ben venti. È raddoppiato anche il budget: si è passati dai 50.4 milioni della stagione 2012/2013 ai 101.7 milioni attuali.
Negli ultimi anni, con il sempre più frequente uso di Internet e dei social network, il calcio femminile si è spostato anche su questo fronte: proprio sui social network sono nate campagne appositamente dedicate alla sensibilizzazione verso questo sport per favorirne la conoscenza, la crescita e la diffusione. YouTube è stato il canale maggiormente usato: le campagne sono arrivate a toccare quota venti; un ottimo risultato se si pensa che nel 2014 erano solo quattro. Al secondo posto c’è Facebook che è passato da ventisette a quarantasei campagne promozionali, seguito da Twitter e Instagram, terzi a pari merito, avendone promosse entrambi ventisette.
Nessun risultato giunge dal nulla: ogni dato positivo è frutto di un duro lavoro, ma anche dell’impatto positivo generato da eventi mediatici come i Mondiali di Calcio disputati in Canada nel 2015 e i Giochi Olimpici di Rio di agosto 2016. Attraverso questi “grandi appuntamenti” il calcio femminile ha avuto modo di farsi conoscere meglio o, in alcuni casi, addirittura scoprire, grazie anche a prestazioni degne di nota dei vari team. Proprio il successo riscosso in passato al di fuori del territorio europeo ha fatto sì che il calcio femminile registrasse dei miglioramenti nel Vecchio Continente: il primo riguarda il numero delle squadre che parteciperà ai prossimi Europei di Calcio Femminile in programma in Olanda nel 2017. Per la prima volta saranno sedici, e non più solo dodici, i team che lotteranno per vincere la competizione. Alla dodicesima edizione dei Campionati Europei parteciperanno, infatti, Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Inghilterra, Islanda, Italia, Norvegia, Olanda, Portogallo, Russia, Scozia, Spagna, Svezia, Svizzera.
L’Uefa attesta un grande sviluppo del calcio in Europa e proprio nel continente gli addetti ai lavori si stanno muovendo affinché si realizzino altre “rivoluzioni”. Uno degli obiettivi è quello di far aumentare il numero delle allenatrici: non solo uomini ma anche donne con esperienza alla guida delle calciatrici. Attualmente sono 17.753 le allenatrici donne qualificate. Il lavoro e il tipo di comunicazione portati avanti dalle varie squadre sta dando i suoi frutti, ma il calcio femminile deve lottare ancora; se in alcuni paesi gode di una solida base, in altri incontra delle difficoltà e per affermarsi deve districarsi tra vari inconvenienti, quali, ad esempio, un numero non sufficiente di giocatrici a disposizione per ogni squadra. A discapito di queste complicazioni, si può comunque affermare che a livello europeo il numero delle ragazze che si avvicinano a questo sport in tenera età è maggiore rispetto al passato. Approcciando fin da subito con questo sport, le “piccole leve” si apprestano velocemente a diventare i nuovi modelli per il futuro con i loro sogni, i loro sacrifici e le loro vittorie.
Ma qual è la situazione dell’Italia rispetto alla crescita globale? Nel nostro Paese, è cosa nota, il calcio femminile non gode né di agi né di molti favori: spesso le ragazze che praticano questo sport non sono viste di buon occhio perché il calcio, in Italia, è considerato più un “affare” per uomini che per donne. Nonostante questo, le giocatrici registrate sono 23.196, 632 in più rispetto alla stagione passata e il 79% in più rispetto al periodo 2011/2012. Un dato relativamente basso se si pensa ai numeri di Francia (106.612), Germania (209.713), Inghilterra (106.910), Svezia (179.050) e deludente se si pensa che paesi come il Kazakistan o Liechtenstain sono stati in grado di realizzare un miglioramento ben più evidente nel quinquennio 2011-2016 (rispettivamente +445% e +86%).
Il budget per il calcio femminile in Italia è pari a 3.500.000 euro, poco più di un terzo del denaro investito da Francia (9.824.246 euro) o Germania (9,824,246 euro), ad esempio. Per non parlare delle donne presenti nei comitati femminili: in Italia il rapporto è di 7:0 per gli uomini; le donne, quindi, non sono affatto rappresentate al contrario di ciò che accade nello stato tedesco, in cui il gentil sesso vince il rapporto 18:2. Anche in Francia le donne sono in maggioranza (8:6), così come in Scozia (6:2) o Irlanda del Nord (8:0). Questi dati testimoniano quanto il cammino nel nostro Paese sia ancora duro, nonostante il report Uefa illustri un panorama globalmente positivo. La Uefa elogia e sostiene l’esistenza di una solida base nel calcio femminile, ma questa si rivela un po' più labile in alcuni Paesi come il nostro. L’invito è a collaborare affinché i piccoli passi compiuti nel corso degli anni siano sempre più grandi, le ragazze che amano questo sport lo pratichino senza troppe difficoltà e anche il numero degli spettatori possa crescere sugli spalti.
Per scaricare il report completo (In inglese) http://www.uefa.org/MultimediaFiles/Download/OfficialDocument/uefaorg/Women'sfootball/02/43/13/56/2431356_DOWNLOAD.pdf
Veronica Fumarola