Europei Under 19 Femminili, questi sconosciuti
- Walter Pettinati
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La cornice di pubblico, l'entusiasmo per la vittoria, la qualificazione al mondiale e i tanti attestati di stima però non sono direttamente proporzionali al risalto che viene dato sui media nazionali all'evento. Anche oggi (3 giugno ndr) abbiamo letto sulla Gazzetta dello Sport le solite "7 righe" nel "taccuino" a pag 16, difficile anche da vedere. Non parliamo poi dei "programmi sportivi" in radio e tv, che nel pre e nel post gare, ignorano sistematicamente l'evento. Nota positiva senza alcun dubbio rimane la diretta rai che dà la possibilità a chi non può seguire l'evento dal vivo di viverlo da casa.
Tornando dallo stadio di Cervia, però la domanda nasce spontanea: Come mai lo stadio era così pieno nonostante una diffusione dell'evento pari a zero? Come mai i tanti sostenitori presenti avevano fame di notizie su quelle eroiche ragazze? Come mai una Federazione come quella Italiana non riesce a rendere appetibile un evento bello, importante e "seguito" come gli Europei di calcio femminile under 19?
Sicuramente allo Stadio erano presenti tanti amici e parenti delle ragazze, ma tra loro vi erano anche centinaia di persone che per la prima volta avevano il piacere di vedere ragazze giocare. Ma allora perché preparare i giornalini solo per la stampa e non per tutto lo stadio? Perché consegnare la fotocopia delle formazioni solo alla stampa piuttosto che a tutti i tifosi, dando modo così ad ognuno di loro di conoscer le ragazze e il percorso che hanno fatto e che hanno da fare? Chi era allo stadio per la prima volta a vedere le ragazze senza informazioni non capisce nulla e di conseguenza non si interessa all'evento.
Sappiamo che il dott. Tavecchio ha ricevuto 1 milione di euro per l'organizzazione degli Europei, ma allora perché non investire una piccola parte di questi proventi per la comunicazione? Per l'acquisto di pagine sui quotidiani, per la diffusione di materiale tra i tifosi e gli appassionati, per il marketing di un prodotto, che specialmente in un momento così buio per il calcio maschile potrebbe attirare tanti appassionati, che troverebbero nel calcio femminile quella genuinità e quei valori che ormai sono persi nel calcio maschile. Se prendiamo come esempio la semifinale di Champions del Bardolino Verona di qualche hanno fa, vediamo come grazie ad un'ottima comunicazione e lavorando bene sull'immagine, come ha fatto e continua a fare la società scaligera, anche il calcio femminile può portare 15.000 spettatori in uno stadio per una partita di calcio.
Se è così che il dott. Tavecchio ha intenzione di gestire il calcio femminile, in caso di passaggio a "Dipartimento" della Divisione Calcio Femminile, possiamo dire senza alcun dubbio che siamo rovinati prima ancora di partire. In definitiva: il problema è il calcio femminile che non attrae il pubblico, o la colpa di questo scarso appeal è di chi gestisce (male) tutto il movimento?
Probabilmente tutti questi interrogativi non mai avranno una risposta, ma sarebbe opportuno che chi ha le facoltà per fare qualcosa in questo senso, si adoperi al più presto per il bene del calcio femminile italiano.