Gialloblù dal gran cuore, ma Rosengard spietato.
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AGSM VERONA-ROSENGARD-1-3
Reti: Marta (R) al 6’, Pirone (V) al 30’ e Pedersen (R) al 36’ p.t; Gunnarsdottir (R) al 31’ s.t.
Verona (5-2-3): 1 OHRSTROM; 11 FUSELLI, 3 LEDRI, 23 SALVAI, 20 SQUIZZATO, 25 BELFANTI (dal 43’ s.t. BALDO); 4 CARISSIMI, 22 MAENDLY; 15 RAMERA, 7 PIRONE, 10 BONETTI. All. Renato Longega. A disposizione: 12 Harrison, 2 Dal Molin, 24 Pavana; 17 Ambrosi, 18 Zangari, 21 Baldo; 8 Gabbiadini.
Rosengard (4-3-3): 1 LANGERT; 16 NILSSON, 3 ILESTED, 4 BERGLUND, 5 RILEY; 27 PEDERSEN, 6 ASANTE (dal 27’ s.t. ANDONOVA), 7 GUNNARSDOTTIR; 20 BELANGER, 8 VAN DER VEN; 10 MARTA (dal 6’ s.t. PERSSON). All. Jack Majgaard. A disposizione: 30 Musovic, 2 Roddik, 9 Andonova, 23 Persson, 24 Wieder, 25 Pennsater, 28 Gunnarson.
Arbitro: Jana Adamkova (CZE); assistenti: Gabriela Hanakova (CZE) e Jana Zaplatilova (CZE); quarto ufficiale: Giulia Borromeo (ITA).
Ammonite: Pirone (V) e Berglund (R) al 46’ per reciproche scorrettezze, Carissimi (V) al 9’ s.t. per gioco scorretto.
Note: Serata umida, ma serena. Campo di gioco in perfette condizioni.
Il Verona si presenta all’appuntamento ottavi di Champions League privo di alcune pedine fondamentali. Mancano infatti Capitan Gabbiadini, Di Criscio e la danese Kur infortunate. Recuperata in extremis Naila Ramera, mister Longega opta per un guardingo 5-2-3, con Fuselli e Belfanti sugli esterni bassi e Pirone a far da perno dell’attacco. Le ospiti, campionesse di Svezia, si schierano invece con un 4-3-3 dove il fenomeno Marta funge da esterno sinistro d’attacco. In campo anche Sara Bjork Gunnarsdottir che, con la maglia del Malmoe segnò proprio qui al Bentegodi tre anni fa ed eliminò le gialloblù dalla competizione europea.
Marta e compagne sarebbero un gran brutto cliente per chiunque e per un Verona falcidiato dalle assenze non può che essere diversamente. Le scandinave infatti dopo soli sei minuti passano in vantaggio alla prima vera occasione: azione tutta in velocità, dalla destra Belanger va sul fondo, tocco rasoterra a centro area per Van de Ven che apre immediatamente dall’altra parte per Marta. La super campionessa brasiliana non ci pensa due volte e spara di sinistro. La palla viene deviata da Fuselli, protesa in scivolata, quel tanto che basta per spiazzare l’incolpevole Ohrstrom, costretta a raccogliere la sfera nel sacco. Al 16’ sussulta il Bentegodi, quando Bonetti, sola davanti al portiere svedese Langert, viene fermata dal primo assistente ceco Hanakova, ma i dubbi sull’effettiva posizione irregolare permangono. Pur mantenendo il predominio della mediana le ospiti non creano altre occasioni da rete fino al 25’, quando dalla bandierina Marta calcia sul secondo palo dove Gunnarsdottir non riesce a inquadrare di testa lo specchio della porta. Alla mezzora Pirone conquista un fallo non lontano dal vertice sinistro dell’area svedese. Alla battuta va Maendly che scodella nel mezzo, svetta di testa Bonetti più lesta di tutte, Langert salva con un gran colpo di reni, ma sulla ribattuta si avventa Pirone che indirizza nella rete sguarnita e riporta il risultato in parità. Ma le scandinave non ci stanno e solo sei minuti dopo ritornano in vantaggio: dalla bandierina Marta scambia con una compagna e rigetta nel mucchio dove Pedersen sfiora di testa, Carissimi è sulla traiettoria e devia involontariamente il pallone nella propria porta. Difensori veneti davvero sfortunati stasera con tocchi purtroppo sempre decisivi, ma in negativo. Sull’ennesimo angolo per le ospiti Ilestedt incorna, andando a colpire in pieno il legno alla destra di Ohrstrom. Pirone in pieno recupero viene scaraventata a terra da Berglund, ma a sorpresa la ceca Adamkova ammonisce entrambe. L’attaccante ex Napoli e Res Roma salterà la gara di ritorno. Dopo tre primi di recupero il direttore di gara manda tutte negli spogliatoi.
Le squadre rientrano in campo con le stesse effettive del primo tempo, ma dopo soli 6 minuti il tecnico scandinavo Majgaard toglie a sorpresa Marta da Silva e mette sul terreno di gioco la n. 23 Persson. Al 10’ a due passi da Ohrstrom, Belfanti si attacca vistosamente alla maglia di Pedersen, rischiando davvero grosso, ma la terna arbitrale non se ne avvede. Ohstrom esce al 15’ sul traversone di Van de Ven, togliendo palla dai piedi di Pedersen e un minuto dopo è Ledri a immolarsi sulla conclusione ravvicinata di Persson, liberando l’area piccola con la n. 1 locale fuori causa. Le padrone di casa accusano la stanchezza e le ospiti, fisicamente superiori ne approfittano aumentando la spinta. Direttamente da calcio piazzato ci prova Nilsson, ma Ohrstrom non si fa sorprendere. Al 27’ mister Majgaard effettua un altro cambio inserendo una punta, ovvero la n. 9 Andonova per Asante, un centrocampista e rimodella l’assetto offensivo delle svedesi. Van de Ven ci prova da lontanissimo, chiamando comunque il portiere svedese alla difficile respinta. Le venete non rinunciano però a giocare ed è Ledri al 30’, protagonista di una bella percussione centrale, a sparare una cannonata che sorvola di pochi centimetri la traversa scandinava. Capovolgimento di fronte e le ospiti trovano la rete della tranquillità: Van de Ven mette un pallone rasoterra nel mezzo sul quale la difesa scaligera non interviene, la palla giunge alla liberissima Gunnarsdottir che deve solo spingere col piattone la sfera nella porta lasciata incustodita da Ohrstrom. Passano due minuti e Pirone avrebbe la possibilità di riaprire la contesa, ma il suo esterno da ottima posizione è troppo centrale per impensierire Langert. Nei minuti finali le scandinave collezionano tiri dalla bandierina, ma è del Verona l’occasione più ghiotta al 42’: Bonetti sfonda al centro, il rimpallo favorisce Pirone che si trova con la sfera a tu per tu con Langert, ma il riflesso del portierone ospite è da applausi poiché lesta si getta sulla sua sinistra e nega la doppietta alla n. 7 scaligera. Al quarto di recupero il direttore di gara sancisce la fine delle ostilità. Le svedesi si affermano al Bentegodi per tre a uno, ma il rammarico è comunque tanto perché le campionesse scandinave si sono dimostrate sì superiori, ma non imbattibili e con una di Di Criscio e una Gabbiadini in più per il Verona avrebbe potuto essere un’altra gara senza dubbi. Ribaltare il risultato a Malmoe tra sette giorni appare impresa ai limiti del possibile, ma le scaligere hanno il dovere di provarci o almeno di provare a rendere questa qualificazione il più difficile possibile per Marta e compagne.
Foto di Maria Gatti