DOVE TI PORTA IL CALCIO: GIOVANNI COSTANTINO, DA MESSINA ALLA FINLANDIA
- Lucia Pirola
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Cosa spinge un giovane allenatore trentunenne, di origine siciliana, a trasferirsi a più di 3000 chilometri di distanza, nella città finlandese di Lemland? La risposta è la più semplice: l’amore per il calcio e la voglia di seguire una passione.
È questa la storia di Giovanni Costantino, nato a Messina nel 1984 e approdato alle isole Åland, situate nel mar Baltico come nuovo allenatore dell’ Åland United.
L'Åland United è la squadra di calcio femminile finlandese della città di Lemland, e milita dal 2005 nella Naisten Liiga, ovvero il più alto livello del campionato finlandese di calcio femminile. A partire dall’anno della promozione la squadra ha collezionato anche diversi successi, tra cui due vittorie del campionato (nel 2009 e nel 2013) e la qualificazione in Champions League nella stagione 2010-2011.
La storia calcistica di Giovanni Costantino lo vede impegnato come calciatore nelle squadre di Pistunina, Atletico Messina e Santa Margherita, per poi abbandonare il calcio giocato e dedicarsi interamente al ruolo di allenatore, che l’ha visto conquistare numerosi successi in più di due anni di lavoro alla guida delle squadre giovanili, sia maschile sia femminile, del Futura – società finlandese di Porvoo-. L’avventura in Finlandia ha avuto inizio nell’ottobre del 2013, quando Costantino, dopo una breve attività di scouting, ha scelto di seguire Roberto Nuccio, allenatore e direttore del settore giovanile del Futura.
La maggior parte degli stati del nord Europa sono noti per essere all’avanguardia nella promozione e nello sviluppo di strutture e società di calcio femminile, e lo stesso Costantino lo conferma, ma quali possono essere le difficoltà riscontrate nel lavoro di allenatore di una squadra finlandese? Le difficoltà sono principalmente logistiche –dice l’allenatore-, visto che raggiungere le varie isole in occasione di ogni trasferta rende ogni partita più dura del previsto, e in secondo luogo a complicare il compito dell’allenatore influisce la limitatezza della rosa di giocatrici a disposizione: “Abbiamo appena 17 giocatrici, dodici delle quali hanno firmato un contratto professionistico, e dovremo quindi stare attenti ad eventuali infortuni e squalifiche. Siamo su una piccola isola e non è facile convincere molte atlete…”.
Di queste atlete, conferma Costantino, le giocatrici svedesi sono molto poche: si possono annoverare infatti molte nazionalità diverse, in quanto la squadra dispone di ragazze provenienti da Estonia, Svezia, Scozia, Messico, Portogallo, Stati Uniti, Giappone e Nigeria.
Il lavoro e l’impegno di Costantino sono orientati nel trasmettere alle ragazze le sue idee e le sue conoscenze made in Italy –la sua preparazione può infatti vantare l’aver frequentato il corso di match analyst a Coverciano, e l’ottenimento del patentino Uefa B–, cercando di stimolare e motivare le giocatrici, come egli stesso ha dichiarato: “…
I giovani vanno stimolati a seguire il calcio mentre in Italia a quest’età hanno già troppi sogni, aspirazioni e pressioni. […] Il loro temperamento è inferiore al nostro. Bisogna scuoterli psicologicamente. Il calcio femminile comunque è migliore del maschile a livello di ranking ed anche economicamente girano buone cifre. La qualità arriva dalle straniere”.
A campionato appena iniziato, e dopo i primi successi, la voglia è tanta e le parole di Costantino guardano al futuro ma anche al passato: “Siamo solo all’inizio quindi è tutto da vedere dove possiamo arrivare. Diciamo che la mia è una storia particolare, non avrei mai pensato di arrivare qua ma credo sia stato e sia ancora uno step importante per la mia carriera. Poi non so cosa mi riserverà il futuro, ma sto cercando di portare avanti le mie idee e di trovare il mio spazio”
E noi, dallo Stivale, non possiamo che ammirare il giovane allenatore e augurargli che questa avventura continui al meglio possibile.
Lucia Pirola