Intervista doppia Trapani (Juventus) - Malatesta (Ligorna)
- Federico Scarso
- Rubriche
- Spazio Calciatrici
- Posted On
- Visite: 3869
Domenica 2 ottobre finalmente inizia il campionato di Serie B e la sorte ha voluto che nel girone A subito alla prima giornata si affrontino due ex compagne che l’anno scorso hanno ottenuto la salvezza nella massima serie con la maglia del Luserna: Juventus-Ligorna vedrà infatti opposte Giulia Trapani e Matilde Malatesta, che si raccontano a Calciodonne.
Il destino vi ha subito messe di fronte: sei emozionata per l’esordio in campionato contro la tua ex compagna?
Trapani: “A Mati ho sempre detto: 'Guarda che la prima di campionato stai a vedere che la giochi contro di me!', e infatti così è stato".
Malatesta: “Più che emozionata sono felice: per me il calcio è un gioco e giocare con Giulia, che sia insieme nella stessa squadra o contro, sarà sempre bello e infatti non vedo l'ora: non aspettiamo altro che questo giorno! È stata una sorpresa, ma una bella sorpresa!"
Che differenze ci saranno nell’avere la tua amica come avversaria anziché come compagna?
Trapani: “Diciamo che ci saranno delle differenze a non averla in campo perché comunque è una ragazza molto forte calcisticamente e non averla a giocare con me a centrocampo mi manca e mi dispiace anche se l'anno scorso non abbiamo mai avuto l'opportunità di giocare insieme, però averla contro mi entusiasma ancora di più perché non vedo l'ora di sfidarla a centrocampo".
Malatesta: “Bè, diciamo che ci sono tante differenze: sarà bello giocare contro però mai come giocare insieme: io e lei andavamo d'accordissimo. Quindi differenze ce ne saranno perché comunque non chiamerò Japa (soprannome di Trapani, ndr) per darmi una mano ma per insultarla per un fallo... A parte gli scherzi, differenze ce ne sono ma in campo nemiche, fuori più che amiche, ci mancherebbe ancora..."
Parliamo dei vostri trascorsi al Luserna in Serie A: che cosa ti ha lasciato quest’esperienza?
Trapani: “Bè, comunque la Serie A è sempre bella anche se sinceramente a livello di organizzazione calcistica mi aspettavo molto di più salendo da una Serie B. Diciamo che un po' di differenza la noti tra le due categorie: alcune squadre hanno un cambio di ritmo evidente rispetto a una squadra di Serie B, per il resto te la giochi: noi l'anno scorso ce la siamo giocata con quasi tutte le squadre tranne ovviamente le più forti come Fiorentina, Verona, Brescia e Mozzanica. Alla fine comunque è stata una bella esperienza che ho sempre voluto fare".
Malatesta: “Per me è stata un'esperienza di vita e calcistica, ma soprattutto di vita perché comunque mi sono dovuta spostare, ho dovuto lasciare casa, lasciare lavoro, lasciare i miei amici, ho dovuto lasciare tutto. In compenso ho trovato a Torino una famiglia splendida che ringrazio tuttora e farei anche nomi e cognomi. Ad esempio ragazze come appunto Erika e Giulia sono state fantastiche facendomi sentire a casa. Calcisticamente ho dovuto fare quattro allenamenti a settimana anziché due o tre. In Liguria rispetto al Piemonte si trascura molto il calcio femminile nonostante anche nella mia regione vi siano talenti pazzeschi. Quindi ho cominciato ad allenarmi in maniera più seria imparando un sacco di cose, vedendo e vivendo un campionato completamente diverso dalla Serie B, più bello magari però non è detto perché nel campionato cadetto c'è meno differenza tra le prime e le ultime della classe. In Serie A vedi comunque delle ragazze che dal punto di vista tecnico tanto di cappello: la Serie A sicuramente mi ha dato tanto dal punto di vista calcistico e umano".
Siete entrambe centrocampisti centrali ma 'centrocampista centrale' è un ruolo generico: esistono il regista, la mezzala, il trequatista, il cagnaccio davanti alla difesa. Cosa sei?
Trapani: “Il mio ruolo è il mediano ma all'occorrenza gioco anche mezzala".
Malatesta: “Ovviamente regista! Ho sempre giocato play, alle volte anche mezzala, ma sempre a impostare il gioco a centrocampo anche se nella fase difensiva non sono un drago".
Che rapporto avete al di fuori del campo?
Trapani: “Con Mati al di fuori dal campo ovviamente ho un bel rapporto: mi sono legata un sacco a lei, già dal 18 di agosto, primo giorno di preparazione, abbiamo legato subito perché ci assomigliamo molto su alcune cose anche se siamo opposte su altre. Ad esempio lei è molto precisa e pignola mentre io sono disordinata. Con Mati alla fine ci sentiamo quasi tutti i giorni: abbiamo un gruppo su WhatsApp io, lei e Moretti che si chiama 'Famiglia Piedi Buoni' dove ci diciamo le nostre cavolate e ci informiamo su quello che facciamo e non facciamo".
Malatesta: “Con lei ed Erika Moretti abbiamo creato un rapporto quasi familiare. Ci sentiamo tuttora quasi tutti i giorni. Io personalmente voglio a entrambe un bene indescrivibile. Hanno saputo darmi molto in così poco tempo più di altra gente che magari conosco da una vita. Quando si dice 'chi trova un amico trova un tesoro' con loro è quello che ho trovato. Davvero, in così poco tempo non solo sopportarmi ma essere mie complici, essere mie Amiche con la A maiuscola. Tra l'altro ci sarà anche Erika sugli spalti, quindi la 'famiglia' sarà riunita!"
Che ragazza sei quando non fai la calciatrice?
Trapani: “Quando non gioco diciamo che sono una ragazza come quasi tutte le altre: lavoro quasi tutti i giorni in azienda e questo mi occupa mezza giornata. Quando posso cerco di uscire e divertirmi allo stesso tempo".
Malatesta: “Volete sapere cosa fa Matilde Malatesta quando non si allena? Di sicuro non mangia i Pavesini come la Pellegrini! A parte gli scherzi, sono una studentessa del secondo anno di Scienze della Comunicazione e Marketing a Savona, alleno la leva 2010-2011 di una squadra che milita in Serie B (maschile, ndr), la Virtus Entella, dove tra parentesi sono nata calcisticamente dato che dicono che i grandi amori fanno un giro immenso e poi ritornano, poi vado anche in palestra sempre a Chiavari e sono una ragazza semplice, amo la musica, soprattutto quella italiana, amo uscire con i miei amici, non importa il posto, e sono una persona che ama sempre il nuovo, non la monotonia: amo svegliarmi e trovare nuovi stimoli e nuovi orizzonti da raggiungere".
Come ti sei avvicinata al mondo del pallone?
Trapani: “Al calcio mi sono avvicinata all'età di 6 anni, quando ho fatto il provino al Don Bosco, una squadra di Nichelino (Torino), solo che mia mamma comunque non voleva quindi ho fatto danza e karate e alla fine ho iniziato ufficialmente a 8 anni sempre al Don Bosco per poi passare a Toro, Juve, Luserna e infine nuovamente Juve".
Malatesta: “Al mondo del pallone mi sono avvicinata grazie ai miei fratelli Giulio e Flavio perché giocavano di continuo in cortile, in casa... o giocavo con loro o ero tagliata fuori. Poi anche all'oratorio di Monleone, dove sono nata praticamente, giocavo dalle 2 alle 7 del pomeriggio sempre a calcio. Penso che tutti gli abitanti di Cicagna si ricordino di me su quel campetto".
Qual è o quali sono i tuoi idoli calcistici?
Trapani: “Assolutamente Pirlo! Vesto infatti la numero 21 in suo onore!"
Malatesta: “Quando ero piccola Shevchenko anche se non c'entra niente con il mio ruolo, adesso Marchisio tutta la vita! Marchisio, Marchisio, Marchisio! Però mi piacciono molto anche Verratti e , forza Genoa, Miguel Veloso, oltre a Criscito. Adoro il numero 4 di questi ultimi due giocatori!".
Per una ragazza giocare in Serie A cosa significa? Sono davvero poche le speranze di campare di calcio purtroppo, vero?
Trapani: “Arrivare in Serie A è sempre stato il mio sogno fin da quando ero bambina però diciamo che sono rimasta un po' tra virgolette delusa da come è realmente anche se rispetto agli altri anni sono stati fatti dei miglioramenti. Ancora oggi è molto difficile vivere di solo calcio purtroppo qua in Italia mentre all'estero, come per esempio in Francia, è totalmente diverso. Qua in Italia per ora non c'è futuro".
Malatesta: “Giocare in Serie A significa giocare in un bel campionato purtroppo diviso in due perché comunque ci sono le prime quattro squadre che sono di un altro livello, ci sono quelle a metà e quelle che si giocano la salvezza. È un bel campionato ma per le neopromosse è difficilissimo e campare di calcio nel femminile in Italia è veramente difficile anche perché se poi smetti di giocare a calcio non credo che anche quelle che hanno guadagnato di più abbiano guadagnato a sufficienza da poter permettersi di non lavorare come invece possono fare i maschi. Quindi per adesso di campare di calcio non se ne può parlare. Speriamo che queste nuove leggi portino alla parità dei sessi anche nel calcio in Italia".
Hai mai vestito la maglia della Nazionale? Sogni di indossarla un giorno? Racconta cosa significa per te la maglia Azzurra!
Trapani: “Vestire la maglia Azzurra è sempre stato un sogno: all'età di 14 anni ho fatto uno stage a Coverciano solo che purtroppo non è andato a buon fine".
Malatesta: “Ho avuto la fortuna di indossarla: è stata semplicemente l'emozione più bella della mia vita. Quando ero piccola non ho mai pensato alla Nazionale: la vedevo una cosa talmente tanto lontana che non ci ho mai pensato. Poi giocavo sempre per me stessa, per la mia squadra e per divertirmi. Però una volta aprendo un cassetto ho visto delle calze della Nazionale, ti giuro, un sogno a occhi aperti. Direi un sogno premonitore perché da lì a poco, potete crederci come no, è arrivata la prima convocazione in Nazionale e mi ricordo dov'ero, cosa stavo facendo, con chi ero... Mi ricordo che ero all'oratorio e stavo facendo un cartellone perché facevo l'animatrice dei bambini. È venuta a dirmelo mia madre e quando me l'ha detto mi veniva da ridere, da piangere. Mi ricordo che sono andata dalla Madonnina, ho fatto il segno della croce, mi sono inginocchiata e penso di averlo urlato a tutto l'oratorio. L'emozione che si prova è indescrivibile, soprattutto poi un altro momento clou di quando sei lì è l'inno Nazionale: quando canti l'inno, che sia amichevole che sia per ridere con le altre o per qualsiasi cosa è un'emozione indescrivibile. Cioè tu sei lì e stai rappresentando la tua Nazione: non sono più i sogni... e ne parlo ancora come se fosse un sogno! Io lo dico sempre: sono stata fortunata perché mi hanno regalato un sogno! Adesso ci penso di meno ma sicuramente se ci sarà la possibilità io ci spero in un'altra chiamata anche se il mio obiettivo principale è il club perché siamo una bella squadra e per raggiungere i nostri obiettivi dobbiamo andare come dei treni. Io ci credo!"
Saluta e lancia la sfida alla tua ex compagna e futura avversaria!
Trapani: “Ciao Zerbo, ci vediamo domenica e... occhio ai tunnel!"
Malatesta: “Ciao Japa, mi raccomando: occhio ai tunnel! Mi raccomando, sempre, la prima regola: sei bella da vedere!"
Intervista di Federico Scarso