Grande Giappone, complimenti! Le nipponiche ripetono l'ottima prestazione che ha sconfitto la grande Germania e affondano la Svezia.
Al Giappone va riconosciuto il merito di esprimere un bel gioco corale, scambi e possesso palla invidiabili. Tatticamente umili e accorte, le donne del sol levante, sono scese in campo sapendo i loro meriti e i limiti delle più ambiziose avversarie, colpendo nei punti strategici che gli hanno permesso di conquistare la finalissima.
Di contro, una squadra svedese molto forte atleticamente e con delle ottime personalità ma, a mio avviso, ha avuto la sfortuna di un CT che non ha considerato ne stimato il gioco avversario, mandando la sua squadra incontro ad una bruciante sconfitta. La Svezia scende in campo con il solito 4-4-2 con Schelin punta ferma in avanti e un gioco a zona che lascia spazio quanto basta, alle ottime giapponesine, per sfoderare la loro arma principale, senza contrasto. La fortuna ha fatto il resto! 
La partita comincia puntualmente alle ore 20:45 e lo stadio di Francoforte è gremito di sportivi. Le nordiche appaiono subito decise e determinate, pressano e passano in vantaggio al 10° con Josefine Oqvist che sfrutta una leggerezza delle giapponesi per presentarsi in area e sfoderare il suo sinistro che batte, omplice una leggera deviazione di Saki Kumagai, il numero 1 giapponese Ayumi Kaihori in uscita.
Il gol fa presagire a una partita in discesa per le svedesi ma non sarà così. Il Giappone con il passare dei minuti entra in partita, prende confidenza e fiducia e capisce che può far male. I primi due gol sono di matrice fortunita e la terza rete è generata da un fuorigioco. Rimane però il fatto che le asiatiche hanno dominato la partita e le avversarie non sono riuscite a modificare né il ritmo né il gioco, né tantomeno sono riuscite a farsi pericolose.
Secondo il mio punto di vista, la sconfitta della Svezia è da addebitare al loro CT che non ha letto la partita ne tenuto conto della partita vinta dalle giapponesi con la Germania e si è ostinato a giocare con il suo modulo e gioco al massacro per la delusione delle sue calciatrici e di tutti i tifosi svedesi.

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Walter Pettinati