Giovedì, 21 Novembre 2024
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NUOVI ACQUISTI IN CASA AZZURRA: DELLE CAVE NUOVO MISTER

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azzurra dellecave
Presentate Maria Eccel, 1997, difensore e Marina Aliquò, 1995, portiere. Luca Delle Cave, 1988, guiderà la panchina della prima squadra dopo tre anni di esperienza come preparatore dei portieri.

Luca Delle Cave non è un volto nuovo in casa azzurra: negli ultimi tre anni è stato il preparatore dei portieri, affiancando l’allenatore Fabrizio Manfrini. Dalla prossima stagione, invece, Delle Cave ricoprirà proprio il ruolo di CT dell’ Us Azzurra Femminile.

Il suo curriculum da giocatore è lungo e costellato di vittorie. Ha iniziato a giocare da piccolissimo nel Sacco San Giorgio, nonappena la sua altezza è diventata ragionevole per calciare un pallone. E’ cresciuto nell’ U.S. Vallagarina giocando nel ruolo di portiere prima nelle categorie giovanili (con cui ha vinto un Campionato Juniores e si è qualificato terzo alle fasi finali nazionali per lo scudetto), poi in Eccellenza. Dal 2008 ha sperimentato con successo il ruolo di attaccante giocando in prima e seconda categoria per diverse società, tra cui San Rocco, Castelsangiorgio e Trambileno. Durante la stagione 2014/2015 ha giocato nella Lagarina C5, scura che si è qualificata terza nel campionato di Serie D Calcio a 5 ed ha vinto la Coppa Provincia.

 

Delle Cave è un giocatore iperattivo ed eclettico, ma non è da questi “particolari” che si giudica un allenatore…Perciò lo abbiamo intervistato per farvelo conoscere un po’ meglio e per cercare di capire quali novità apporterà all’ US Azzurra con la sua inedita gestione tecnica.

Prima allenavi i portieri, ora allenerai la squadra intera. Due domande sorgono spontanee: chi allenerà i portieri? E soprattutto… come pensi cambierà il tuo impegno ora che devi seguire tutto il gruppo?
La prima questione è quella che sicuramente mi sta più a cuore. Dal giorno in cui mi è stato richiesto di prendere questo nuovo incarico, ho subito iniziato la “ricerca” del nuovo preparatore dei portieri. Stiamo cercando una soluzione che permetterà alle mie giocatrici di allenarsi nel migliore dei modi, di crescere e perfezionarsi costantemente. Non è una ricerca facile, ma grazie all’importantissimo aiuto di persone vicine all’US Azzurra, come Stefano Pignatelli, siamo vicini ad una soluzione concreta.
Per quanto riguarda la seconda domanda, non c’è dubbio che il mio impegno cambierà radicalmente: allenare 22/23 ragazze è ben diverso da preparare 2/3 portieri.
Non è solo una questione di numeri. Cambierà la tipologia di allenamento e di lavoro, non più incentrata sul ruolo del portiere, ma aperta a tutti gli altri ruoli, che comportano differenti necessità di preparazione atletica e coordinamento tattico.
Anche la “gestione psicologica” sarà totalmente diversa: dovrò rivolgermi all’intero spogliatoio e so che non sarà semplice, ma credo nella coesione di questo gruppo e nella volontà delle ragazze di collaborare per un utilizzo produttivo ed intelligente delle risorse mentali, fondamentali nel raggiungimento di ogni obiettivo.

Qual è il contributo che pensi di poter dare all’ Azzurra?
La mia esperienza giocata e, soprattutto, la mia “fame” di vittoria. Che sia una gara sportiva o una partita di briscola, non bisogna accontentarsi di partecipare, ma avere voglia di vincere. E’ questo, secondo me, a rendere divertente il gioco. Aver voglia di vincere significa partecipare con la massima concentrazione per poter raggiungere l’obiettivo che ci si è preposti in riferimento alla competizione che si sta affrontando. Per poterlo fare bisogna avere più “cattiveria” degli avversari, cioè quella grinta e voglia di fare sempre meglio che permettono di prevalere, di vincere.

C’è qualcosa della “vecchia gestione Manfrini” che porterai avanti quest’anno?
Il lavoro e l’impegno che Fabrizio ha messo in questi 4 anni di azzurra è assolutamente impressionante ed è stato fondamentale nel forgiare l’ US Azzurra. Mi auguro davvero di poter eguagliare la sua forza e capacità di gestione anche nei momenti più critici. Colgo l’occasione per ringraziarlo: affidandomi l’incarico di preparatore dei portieri mi ha dato l’occasione di vivere l’esperienza incredibile della crescita sportiva di questa squadra e di essere dove sono oggi.
Siamo però due persone diverse ed abbiamo modi differenti di pensare e vedere il calcio: introdurrò novità tattiche e sto elaborando metodologie di allenamento nuove. Sicuramente cercherò di proseguire e di mantenere lo stesso livello di impegno e di lavoro negli allenamenti, sperando anche di poterlo aumentare.

Cosa ha dato a te questo gruppo e cosa pensi possa darti ancora?
“Gruppo” è la parola chiave. E’ questo il vero punto forte della squadra: un gruppo di ragazze intelligenti e motivate, sempre disponibili a lavorare e a cui si possono chiedere molti sforzi sia dentro che fuori dal campo. Ho sempre avuto passione per il calcio, ma lavorando all’ Azzurra questa parola si è riempita di nuovi, più grandi, significati. La testa e il cuore di queste ragazze (non solo quelle in campo, ma anche quelle che stanno dietro le quinte e rendono tutto questo possibile) vanno sempre al di là dei problemi “esterni”, che sono tanti, troppi… Eppure posso dire di aver trovato in tutte una grande professionalità. Sono convinto che si possa incrementare ancora questo impegno, per alzare un po’ l’asticella degli obiettivi.

L’azzurra è in serie B ormai da due anni… Quali sono le differenze tra questa squadra e le “cugine” del Sudtirol, che ha finalmente e meritatamente vinto il campionato?
Non ho dubbi: l’esperienza delle giocatrici. Le ragazze del sudtirol possono vantare diversi anni di esperienza in serie B, ma anche di trascorsi in serie A e A2. Sicuramente i diversi anni passati a giocare assieme in questa categoria le hanno rese consapevoli dei loro mezzi e capacità.
Un’altra differenza importante è la “macchina organizzativa”. Grazie -anche- ad una maggiore disponibilità economica, il Sudtirol può vantare un grande staff tecnico ed una società organizzata in tutti i settori, soprattutto quello mediatico, che al giorno d’oggi può dare una gran mano per poter sviluppare molti piu settori della società. Credo che quello del Sudtirol sia sicurametne un modello a cui guardare per potersi sviluppare nel modo corretto.

Quali particolarità ci sono (o pensi che ci siano) nell’allenare una squadra di calcio femminile?
Come tutti gli sport in cui serve la fisicità dobbiamo fare delle distinzioni (altrimenti si giocherebbe a squadre miste…). Il calcio femminile è più lento e meno fisico del maschile, (questo non significa che non si vedano contrasti, trattenute, spinte ed anche qualche intervento in scivolata… “collezionatrici di tibie” ce ne sono anche nel femminile!) ma penso che sul piano tattico il livello sia molto elevato, comparabile. Probabilmente, ma è una mia ipotesi, la maggior “lentezza” consente di impostare il gioco con più calma, creando quindi più manovre ed evitando il classico “spallonamento”, a mio avviso molto presente nel gioco maschile. Il calcio femminile offre più possibilità di mettere in pratica il gioco del calcio, lavorando molto meglio sugli schemi di gioco. Un’altra differenza importante rispetto al calcio maschile sta nell’atteggiamento delle ragazze: sono assolutamente più propense ad imparare rispetto ai colleghi (me compreso!).

In Trentino sei già noto come cantautore… come riuscirai a conciliare le tue due passioni? Pensi che la tua esperienza musicale ti possa aiutare in questa esperienza?
La musica è sempre stata una mia grandissima passione fin da quando ero bambino, e per assurdo mi sono spesso trovato a dover scegliere tra la musica ed il calcio. Sto lavorando molto su me stesso nel mondo della musica sia come cantante che come cantautore, sto cercando di uscire con un mio secondo album e da poco ho iniziato a cantare con i Made in Italy, un gruppo di Pergine La musica è molto importante e continuerò a dedicarle molto tempo, ma questo non interferirà con il mio ruolo di allenatore: sono sempre riuscito a conciliare le mie due più grandi passioni.
E poi la musica è una mia grande amica… spero possa aiutarmi ad avere sempre le energie positive per affrontare questa difficile stagione. Ho molte canzoni che reputo le mie “preferite” perchè legate a momenti o periodi della mia vita. Per l’anno avvenire ho già una canzone preferita, “Buon viaggio” di Cesare Cremonini: l’ho scelta per accompagnarmi in questa avventura…sperando di amare il finale!

Qual’è il tuo modello di calciatore? Perchè?
potrei nominare veramente un nome per ruolo, da Buffon a Montero e Zanetti, a Zidane e Xavi, Cristiano Ronaldo, Messi e Ibraimovich… Ma in realtà il mio modello di calciatore è quello che ancor prima di ricevere la palla sa quello che deve fare, che sa muoversi correttamente nello spazio e soprattutto che sappia fare le cose semplici, perché sono quelle che sostengono la squadra.
Se invece mi chiedete chi è il mio giocatore preferito di sempre, non ci sono dubbi: il grande David Trezeguet!

E di allenatore? Perchè?
Adoro gli allenatori con gran carattere, come Conte, per capirci.
Però credo fermamente che ogni allenatore vada valutato in rapporto alla squadra che allena. Il migliore CT del mondo non è necessariamente quello che allena la squadra di un club di serie A o una nazionale, ma potrebbe essere l’allenatore di una piccola realtà di provincia. Il luogo in cui ti trovi è spesso questione di fortuna.
Sicuramente ho un allenatore di riferimento a cui mi “ispiro”, perché mi ha dato tantissimo, fino a qualche mese fa: Angelo Caputi, allenatore del Lagarina C 5. A lui devo il 90% di quello che sono diventato come calciatore e mi auguro di riuscire anche in minima parte ad assomigliargli in qualità, carisma, gestione dello spogliatoio e grinta

Sei scaramantico?
Nella vita di tutti i giorni assolutamente no. Per tutto quello che riguarda il calcio… assolutamente si! Un esempio? Quando preparo la borsa per la partita metto gli indumenti sempre nello stesso ordine, ben preciso. Se mi accorgo di sbagliarlo, disfo la borsa e riparto da capo!
Ve ne racconto un’altra… Quando guardo la Juventus (l’avevate capito che è uno juventino? n.d.r.) mi siedo sempre nel solito posto in “La Stube”, il circolo privato che ho insieme ai miei amici. Nessuno mi può scalzare da quel posto; se lo trovo occupato, in modo più o meno gentile, me ne riapproprio. Chissà quali riti scaramantici avrò da allenatore… ma se passo all’acqua santa come Trapattoni fermatemi!

Oltre al nuovo allenatore, c’è qualche nuovo acquisto?
Per fortuna il gruppo della precedente stagione è rimasto compatto e sono certo che ognuna di loro saprà mettermi in seria difficoltà al momento di scegliere chi mettere in campo, chi in panchina e chi in tribuna.
C’è però spazio per qualche nuova giocatrice e stiamo lavorando per avere una rosa completa non solo numericamente, ma soprattutto qualitativamente. Vogliamo fare acquisti mirati, guardando a giocatrici di alto livello, ma che soprattutto abbiano forti stimoli e alti obiettivi personali e che, per questo, possano dare qualcosa a tutto il gruppo e aiutarci ad alzare la famosa asticella degli obiettivi.
Dal punto di vista di giocatrici in entrata stiamo cercando di rinforzare la rosa con giocatrici di livello e di spessore, che possano aiutarci ad alzare (come dicevo prima) l’asticella. Sicuramente stiamo lavorando per degli acquisti mirati, ci sono delle trattative in ballo, sicuramente non economiche ma sicuramente di stimoli ed obbiettivi personali che le giocatrici dovranno avere, se decideranno di intraprendere la strada che porta in Via Olmi all’US Azzurra.

Intervista a cura di Valentina Drago

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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