Venerdì, 22 Novembre 2024
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Chiara Marchitelli (portiere del Brescia Calcio Femminile, già Nazionale Italiana) e Giulia Gorlero (portiere del Nuoto Club Milano e del 7rosa) tra dilettantismo in Italia e obiettivi

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marchitelli gorlero
Con grande onore e piacere ho avuto la possibilità di intervistare due grandissimi portieri di due discipline diverse: la calciatrice Chiara Marchitelli, in forza al Brescia e già Nazionale Italiana, e Giulia Gorlero, pallanuotista di Milano e pilastro del 7rosa argento olimpico. I temi trattati saranno, tra gli altri, la differenza di trattamento con i maschi e con Federazioni estere, quali quella statunitense, obiettivi e ambizioni personali e di squadra.

In Italia nessuna ragazza può ottenere lo status di professionista, neppure se sei Tania Cagnotto, Federica Pellegrini, Flavia Pennetta, Chiara Marchitelli o Giulia Gorlero. Nonostante questo per fronteggiare un'Olimpiade (e Giulia ce lo può confermare) vi viene richiesta la stessa preparazione e dedizione dei colleghi maschi. Finché ci saranno queste distinzioni mi pare normale che ad esempio il Brescia vincitore di tutti in Italia non parta con i favori del pronostico in Champions League quando affronterà squadre estere formate da professioniste. Dovremmo imparare (o meglio, le varie Federazioni dovrebbero imparare) dagli Stati Uniti, che a livello femminile sono quasi imbattibili nella pallacanestro, nella pallanuoto (hanno battuto il nostro Setterosa in finale olimpica per 12-5) e nel calcio, dove a parte l'ultima Olimpiade negli ultimi anni hanno vinto praticamente tutto quello che c'era da vincere. Spiegate il vostro pensiero.

Marchitelli: "Essere professionisti in primis significa vedere riconosciute tutta una serie di tutele che ogni lavoratore ha, o dovrebbe, per legge avere come pensione, malattia, maternità, ecc. Partendo da questo presupposto ritengo quindi inaccettabile che chiunque faccia dello sport il proprio lavoro non abbia accesso a tali diritti. La situazione in Italia al momento è questa: soltanto quattro sport vengono considerati professionistici (calcio, basket, golf e ciclismo). Con la legge 91 del 1981 viene demandata a ogni singola federazione la decisione di passare o meno al professionismo. Le federazioni che han deciso di perseguire questa strada però si son limitate alla parte maschile lasciando le donne allo status di dilettanti. Al momento è stato presentato alla camera e al senato un ddl portato avanti dall'on. Coccia che obbligherebbe le federazioni a non fare questa distinzione di genere che a mio modo di vedere è chiaramente discriminatoria. Questo per quanto riguarda la parte legislativa, per quel che riguarda la parte pratica, e nello specifico il gap con le squadre estere, ci sarebbe molto da dire ma mi limiterò a quello che è secondo me uno degli aspetti fondamentali: in Italia manca la cultura dello sport, specialmente dello sport al femminile, questo fa sì che i mezzi e le risorse impiegati siano esigui rispetto a quelli di cui ci sarebbe bisogno. Da atleta posso dire che tutto questo è abbastanza frustrante".

Gorlero: "Questo argomento è già stato più volte preso in considerazione, senza poi aver avuto nessun riscontro. Questo problema in Italia esiste: non siamo considerate professioniste e questo a mio parere non è molto giusto, semplicemente per il fatto che abbiamo sì scelto noi di fare questa vita, ma portiamo alto il nome dell'Italia. Penso che anche per noi donne si dovrebbe avere un minimo di... come possiamo definirla? "Riconoscenza"? Non saprei neanche io... Rimane comunque il fatto che questa distinzione esiste e penso che, a nome di tutte le donne, non sia giusto".

Proprio perché siete dilettanti immagino che per giocare ad alti livelli dobbiate fare numerosi sacrifici. Chi sono Chiara Marchitelli e Giulia Gorlero fuori dal campo e dalla vasca?
Marchitelli: "Chiaramente i sacrifici sono e sono stati tanti, ma tutto sommato da un certo punto di vista mi ritengo comunque fortunata: faccio un "lavoro" che mi piace e mi permette di dedicarmi anche ad altro. Fuori dal campo sono una persona piuttosto tranquilla: mi piace leggere, adoro le serie tv, andare a cena fuori e, quando posso, passare del tempo con la mia nipotina. Da sportiva mi piace guardare anche gli altri sport, la pallavolo ad esempio, sono una tifosa della foppapedretti, e le gare di tuffi, da piccola mi sarebbe piaciuto intraprendere la carriera di tuffatrice, sono molto dispiaciuta che la Cagnotto abbia deciso di smettere".

Gorlero: "Fori dalla vasca sono una ragazza normalissima: studio psicologia in quanto un giorno vorrei provare a specializzarmi in psicologia sportiva poiché so che questo ruolo in molti casi è fondamentale , proprio perché ci sono passata. Come tutti ho poi diversi hobby, come leggere libri di tutti i generi, andare al cinema e cucinare. Sono una ragazza solare, un pochino lunatica!".

Che effetto fa e quali emozioni provoca vestire la maglia o la calotta Azzurra?
Marchitelli: "Ho vestito la maglia azzurra per tanti anni e il momento che mi ha sempre emozionato di più è quello dell'inno. Sembra scontato, non so come spiegarlo a parole, ma è una cosa che fa battere il cuore e a volte tremare un po’ le gambe perché è un grande onore rappresentare il proprio Paese, ma anche una grande responsabilità: bisogna essere consapevoli che dietro c'è un intero movimento che si è lì a rappresentare".
Gorlero: "Un onore! Ogni volta che canto l'inno di Mameli mi vengono i brividi su tutto il corpo!".

Quali sono i vostri obiettivi stagionali sia a livello di club che eventualmente a livello di Nazionale?
Marchitelli: "La nostra stagione è iniziata da circa un mese e i primi due obiettivi li abbiam raggiunti: la Supercoppa Italiana e il passaggio del turno in Champions League. Chiaramente l'obiettivo è quello di riconfermarsi sia in Italia che all'estero, personalmente però di norma preferisco ragionare più a breve termine, step by step: ritengo sia più semplice concentrarsi su una piccola cosa per volta, sono i piccoli passi che ti portano verso la meta. Per quanto riguarda la Nazionale le ragazze han da poco raggiunto la qualificazione alla fase finale degli Europei che si svolgeranno in Olanda la prossima estate. Chissà, non nascondo che mi piacerebbe tornare!".
Gorlero: "Raggiungere la salvezza e, se possibile, una posizione di metà classifica con Milano, divertendoci tutte assieme. Con la Nazionale invece ci saranno la World League e gli Europei a Budapest: questa Italia potrà sicuramente stupire ancora!".

Se non foste le grandissime sportive che siete, la vostra vita sarebbe diversa?
Marchitelli: "Sarebbe diversa per forza di cose: negli ultimi vent'anni la mia vita ha ruotato intorno al calcio, che mi ha dato tanto e mi ha permesso di fare esperienze che probabilmente non avrei potuto fare se avessi fatto altro. Credo che comunque sia lo sport sarebbe stato lo stesso presente nella mia vita: forse avrei fatto la fisioterapista, mi sarebbe piaciuto".
Gorlero: "Sicuramente: lo sport porta via molto tempo ed è un impegno costante. A questi livelli devi dedicargli tutta te stessa se vuoi arrivare a grandi risultati!".

Un grazie di cuore a queste due fantastiche atlete che hanno dedicato tempo per questa intervista e un caloroso "in bocca al lupo" a loro per la loro stagione con Brescia, Milano e le Nazionali. Che sia un anno ricco di successi e soddisfazioni personali per entrambe!

Intervista di Federico Scarso.

Nella foto in alto a sinistra, di Fabio Fazzari e Mara Ramella, Chiara Marchitelli respinge in calcio d'angolo un tiro di Gawrońska ben indirizzato all'angolino basso tenendo a galla il Brescia sul punteggio di 1-2 nella gara di ritorno dei sedicesimi di Champions League contro le polacche del Medyk Konin, partita poi ribaltata dalle biancoblù vittoriose per 3-2.
Nella foto in alto a destra, di Ferdinando Mezzelani, Giulia Gorlero para a una mano il tiro di un'avversaria nella semifinale del torneo Olimpico giocata contro la Russia il 17 agosto 2016 e vinta dalle Azzurre per 12-9.

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calciodonne252

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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