Intervista doppia a Oliviero (Cuneo) e Cafferata (Ligorna)
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Intervistiamo Elisabetta Oliviero, classe '97 in forza al Cuneo in prestito dal Molassana, e Federica Cafferata, classe 2000 del Ligorna. Entrambe sono giocatrici di fascia e sono nel giro delle Nazionali giovanili italiane: Elisabetta nell'under 19 e nell'under 23 con un passato in under 17, Federica nell'under 17 con un passato recente in under 16.
Iniziamo con la più classica delle domande: come ti sei innamorata del pallone e quando hai iniziato a giocare a calcio?
Oliviero: "Mi sono innamorata del gioco del calcio all'età di 5 anni, è stato amore a prima vista e già dalla prima volta in cui calciai un pallone capii che sarebbe stato il mio destino. Il merito, anche se casuale, va tutto ai miei fratelli che da piccina mi portavano a giocare con loro al parco. Dopo una lunga "guerra" durata ben sei anni convinsero i miei genitori a farmi giocare, inizialmente in porta. Poi per scelte dopo due anni di under 12 iniziai a giocare come esterno, e lì inizio la mia vera vita calcistica”.
Cafferata: "Ho iniziato a giocare a calcio quando ero ancora piccolina, più precisamente all'età di sei anni, e mi sono innamorata di questo sport già da piccola, è una cosa che avevo già dentro di me. Inoltre andare a vedere gli allenamenti di mio fratello mi ha portato ancor di più a voler diventare una calciatrice”.
Entrambe, come già detto, siete nel giro delle Nazionali giovanili. Onere, onore o una giusta via di mezzo?
Oliviero: "Per vestire la maglia della Nazionale ci vogliono tanto sudore, sacrificio e rispetto. La Nazionale rappresenta il sogno di ogni giocatore e le emozioni che sprigiona sono indescrivibili. A ogni raduno bisogna avere sempre più consapevolezza sia dei propri difetti che dei propri pregi, dando sempre il massimo per migliorare e dimostrare di meritare di mantenere la maglia Azzurra, maglia che in tanti vorrebbero e che in pochi hanno e avranno. Nonostante tutto ogni convocazione è solo un piccolo passo che fai nella salita dei tuoi sogni, che costano tanto sudore, con la consapevolezza che cadere è anche molto facile”.
Cafferata: "Per quanto riguarda la Nazionale, che dire? È un onore perché innanzitutto non tutte hanno la possibilità di indossare la maglia Azzurra e indossarla è un'emozione indescrivibile anche perché ho sempre sognato di vestire questa maglia e sudando e faticando ho raggiunto questo sogno. Poi penso che ci sia sempre da migliorare e non mi siedo su quello che ho fatto, anzi ritengo l'under 16 e l'under 17 non un punto di arrivo ma una tappa per migliorarmi sperando un giorno di arrivare nella Nazionale maggiore”.
Se giocaste nella stessa squadra e doveste partire entrambe titolari preferiresti giocare su fasce opposte in un 3-5-2 in modo tale da avere più porzione di campo da coprire e dove svariare o entrambe sulla destra in un 4-4-2 o in un 4-3-3 con Oliviero sulla linea dei difensori e Cafferata su quella dei centrocampisti nel primo caso e delle attaccanti nell'ultimo? Oppure ti vedresti meglio sulla stessa fascia ma invertite rispetto a come vi vedrei io?
Oliviero: "Ogni squadra non potrà mai dipendere da due individui, ma da un unico gruppo che in campo prova a sfruttare le capacità di ognuna per trarne il meglio. Dalla mia penso che Fede abbia una grande capacità di puntare l'uomo e scartarlo con grande facilità. L'unica sua pecca rispetto a me è un po' di esperienza, e per questo secondo me dovremmo giocare sulla stessa fascia, io più difensiva e lei più offensiva. Forse sacrificheremmo un polmone in meno, ma avremmo un po' di intelligenza in più!”
Cafferata: "Questa è una bella domanda! Se giocassi con lei intanto sarei molto onorata, poi preferirei giocare su fasce opposte per avere due forze su entrambi i lati. Inoltre personalmente preferirei giocare nel 4-4-2 perché io mi vedo più un centrocampista che attaccante: da centrocampista infatti partendo più indietro ho più visione di campo e posso sfruttare meglio la mia progressione”.
Un tuo pregio e un tuo difetto...
Oliviero: "Spesso è difficile riuscire ad autogiudicarsi ma credo che un mio pregio sia la voglia di levarmi ancora tante soddisfazioni e il mio più grande difetto, anche se può non considerarsi così, è la foga con cui gioco che spesso mi porta a fare scelte sbagliate per la fretta che mi do”.
Cafferata: "Anche questa è una bella domanda! Come pregio personale, a parte la velocità, in campo mi vedo come una giocatrice con molta personalità. Infatti motivo le mie compagne e do il massimo sempre fino all'ultimo! Come difetto... mi devo un po' calmare: magari infatti alle volte mi faccio prendere da alcune situazioni come ad esempio se faccio un errore in determinate circostanze mi butto giù ma grazie all'aiuto delle mie compagne, a cui devo molto, mi riprendo, anche se ci metto un po' di tempo”.
...e dell'altra.
Oliviero: "Il più grande pregio di Federica secondo me è la determinazione mentre un suo difetto, che poi ci accomuna, è la testardaggine, ma dalla nostra abbiamo tanta voglia di imparare e di crescere”.
Cafferata: "Eh, invece un pregio e un difetto di Betta... Un pregio assolutamente è che credo sia una delle giocatrici con più grinta che conosca perché non molla mai... cioè, veramente... penso che abbia novantadue polmoni! Un difetto invece non saprei perché non la conosco ancora abbastanza da dirne uno”.
A mio avviso siete due giocatrici molto simili: vi assomigliate come ruolo, caratteristiche e addirittura sotto l'aspetto fisico e caratteriale. Sei d'accordo o secondo te sbaglio?
Oliviero: “È chiaro a tutti che Federica e io siamo molto simili, nei pregi e nei difetti. Fuori dal campo non la conosco molto ma per le poche volte che abbiamo parlato mi sono accorta che abbiamo le stesse ferite e lo stesso sogno. Dalla mia le auguro di levarsi molte soddisfazioni e di non mollare mai, perché i sogni si avverano quando meno te lo aspetti!”
Cafferata: “Siamo due giocatrici abbastanza simili su alcune caratteristiche ma diverse magari su altre: siamo due giocatrici che giocano entrambe sulla velocità e sulla rapidità ma siamo differenti perché lei gioca più solo sulla velocità mentre io magari nell'uno contro uno. Invece dal punto di vista caratteriale e fisico non saprei neanche perché comunque, ripeto, è una mia amica ma non la conosco abbastanza bene per sapere queste cose”.
Quali sono i tuoi ricordi calcistici più belli?
Oliviero: "Oddio, mi hai messo in crisi! Sarebbe scontato dire che il mio ricordo più bello sia il goal al 93' del 2-2 contro l'Olanda, al torneo La Manga, e ne avrei tutte le ragioni. Ma c'è una cosa che ti fa alzare la pelle d'oca più di tante altre cose! La sensazione che ti sale quando con lo stemma Nazionale sul petto senti l'inno abbracciata alle tue compagne, a quella che diventa la tua squadra, è indescrivibile! Mentre canti l'inno di Mameli realizzi davvero che non rappresenti te stesso, né il tuo club, ma che rappresenti una Nazione”.
Cafferata: "Il mio ricordo calcistico più bello... bè, non ne ho solo uno ma ne ho di più! A livello personale è la prima chiamata in Nazionale e l'esordio, le prime partite: tutte emozioni, come detto prima, inspiegabili. A livello di squadra, come ha detto anche la mia collega Alessia Denevi la settimana scorsa, è la vittoria dello Scudetto con la Primavera. Alcune volte però non è solo la vittoria ad essere bella, come ad esempio il bellissimo gruppo che abbiamo fatto non solo con la juniores ma anche con la prima squadra e... che dire? Essendo il mio primo anno nel femminile (Federica ha giocato con i maschi fino a due stagioni fa, ndr) questo appena passato nella stagione 2015/2016 penso di aver vissuto l'anno più bello di tutti i miei dieci anni calcistici”.
Al di fuori del campo di gioco che tipo di ragazza sei?
Oliviero: "Troppo difficile come domanda: mi descriverei una ragazza imperfetta, questa è la parola giusta”.
Cafferata: "Al di fuori del campo sono una ragazza abbastanza semplice ma sempre molto agitata, un po' come in campo non sto mai ferma. Diciamo che le mie giornate ideale sono, a parte quando c'è scuola, passare le giornate con gli amici, parlare e divertirsi”.
Saluta e dì ciò che vuoi alla tua collega!
Oliviero: "Siamo arrivati alla fine di questa intervista... Bè, vorrei dire a Federica e a tutte le ragazze che (forse) leggeranno quest'intervista di non mollare mai, di andare avanti per la propria strada contro tutti,mettendo da parte l'orgoglio, mettendo da parte una vita privata, i sabati sera a ballare e le 4 del mattino in compagnia. Crescere con umiltà. Una vita di sacrifici, non per tutti, ma io ti assicuro che certe emozioni hanno valso una vita di nottate sui libri. Ma la strada è appena iniziata, spero. Federica, io ti saluto e, come mi dissero alla tua età, testa, cuore e gambe! Ci vediamo in Serie A!
Cafferata: "Saluto Betta, le faccio un grande in bocca al lupo per questa sua nuova esperienza in Serie A: spero che le possa dare tanto e inoltre spero per lei che dia il massimo per essere chiamata nella Nazionale under 23!”
Foto di Gabriele Maltinti e Francesco Pecoraro, entrambi per Getty Images.
Intervista di Federico Scarso.