Su questo sito fù lotta, contestazioni, insulti ( che non furono pubblicati ) , accuse di razzismo e di intolleranza , ma anche alcuni commenti a favore del tema da me discusso.
Il titolo scelto per questa discussione fu "ok parliamone" , ma prima di pubblicare l'articolo passò del tempo perché il tema faceva molta paura. Parlare di omosessualità nel calcio femminile sembrava impossibile e soprattutto si pensava che la "pentola a pressione" potesse scoppiare.
Di tempo ne è passato molto, ma il vapore in eccesso contenuto nella "pentola a pressione" è stato fatto uscire ed il coperchio lo si è richiuso con molta cura consapevoli però che il vapore prima o poi avrebbe generato altra pressione e il problema si sarebbe ripresentato.
"ok parliamone" trattava l'omosessualità come una scelta personale che nessuno naturalmente voleva e vuole contestare, ma mostrava come questa situazione spesso entrava a far parte della vita della squadra portando grossi disagi nel gruppo e soprattutto un grosso pregiudizio attorno al mondo del calcio femminile. Si diceva che quando si parlava di calcio femminile a persone estranee al movimento ,la discussione quasi sempre toccava il tema da noi discusso. Si poneva la problematica che molti genitori non volevano mandare le proprie figlie a svolgere quella attività sportiva perché impauriti da questa situazione.
I piu discreti dicevano .."sono un po mascoline " le ragazze che giocano al calcio, altri invece usavano il termine " maschi mancati" e i più diretti invece asserivano che le ragazze che giocano al calcio fossero tutte "lesbiche".
Effettivamente la percentuale di omosessuali nel calcio femminile ( come in molti sport di squadra femminili ) è molto alta, ma questo sinceramente credo non sia un problema per nessuno, penso invece che l'associazione omosessualità-calcio femminile , sia un grosso macigno che ci portiamo dietro da tempo e che sicuramente limita l'affermarsi del nostro movimento sportivo.
Dal punto di vista marketing il prodotto calcio femminile legato a questa associazione difficilmente potrà decollare per questo motivo il calcio femminile dovrà in qualche modo cambiare vestito, senza naturalmente andare contro le ideologie delle singole persone che potranno esternare le proprie preferenze fuori dal ambito sportivo.
Sono convinto che dai tempi di "ok parliamone" qualche cosa sia cambiato e sicuramente alcune situazioni che prima erano palesi ora vengano gestite con maggiore intelligenza.
Forse anche le ragazze sono stufe di essere etichettate sempre in questa maniera e probabilmente vogliono venir apprezzate e discusse per il loro valore sportivo più che per le loro esternazioni spesso fuori luogo.
Ho notato che anche le società hanno una maggior attenzione verso questa problematica e cerchino maggiormente di tutelare la propria immagine nei confronti soprattutto di sponsor impauriti nel legare il proprio marchio a situazioni di possibile scandalo come è accaduto nel passato.
Le società (soprattutto )nei settori giovanili devono mostrare un immagine diversa da quella del passato evitando il rifiuto delle famiglie nel far avvicinare le proprie figlie all'ambiente del calcio femminile.
Due problemi che ritengo fondamentali nel calcio femminile sono i soldi e la mancanza di un numero di giocatrici importante, ma se pensiamo che già il fatto di levarci quel pesante abito ( l'idea che nel calcio femminile siano tutte lesbiche) possa portare sponsor e riempire i settori giovanili, capiamo che risulta indispensabile che sia fatto un passo importante sia da parte delle ragazze che dalle società.
Fare questo passo vuol dire dare un immagine del nostro sport diverso da quello del passato incentivando le famiglie e le ragazze a scegliere il calcio femminile piuttosto che altri sport.
Per fare questo passo si deve semplicemente creare una distinzione tra vita privata e quella sportiva .
"ok parliamone" quindi non deve essere visto come un accusa verso il mondo omosessuale, ma semplicemente un consiglio per migliorare e dar vita al calcio femminile.