Capolavoro Ferelle: battutta anche la capolista
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LA MARCIA NON SI ARRESTA. MANIERI E RENATA IMPLACABILI ABBATTONO LE ROMANE, IN UNA BOLGIA ROSSOVERDE.
Una prestazione gigantesca, se non fosse che nelle ultime gare la Ternana Unicusano Femminile ha abituato i propri tifosi a magie di ogni tipo e fatto gonfiare i cuori e il petto a tutti gli appassionati rossoverdi, si potrebbe parlare dell’ennesima incredibile giornata.
Tanti di questi appassionati e tifosi erano ieri in trasferta a Roma in un palazzetto per trequarti occupato da ternani, circa 150 i tifosi rossoverdi che con ogni tipo di mezzo hanno raggiunto la capitale e tifato a suon di tamburo, bandiere e addirittura una coreografia fatta di palloncini rosso e verdi. Un tifo compatto che non ha mai smesso di cantare per tutti i quaranta minuti e che come spesso è accaduto ha avuto anche la funzione di speaker autocitando il buon Vicenzo Racioppa scandendo ogni volta i nomi delle protagoniste che mano a mano segnavo le reti. Pronti via la Ternana Unicusano Femminile fa capire la giornata alle romane andando in pressione e proprio da un fallo laterale nato dal baricentro avanzato della squadra esce la prima segnatura con il sinistro quasi ormai magico di Jessika Manieri che si insacca all’angolino opposto. L’uno a zero non placa la fame delle ragazze rossoverdi e la squadra continua a spingere in avanti pressando a tutto campo le romane, presto fatto arrivare la seconda marcatura questa volta di Renata che in una fase di transizione punta Gayardo la salta e manda sotto gli incroci una bomba clamorosa. L’Olimpus sembra alle corda, ma sul finire del primo tempo si sveglia e prova a pungere con Da Rocha, Presto una volta saltata è lesta a buttarla giù si prende l’ammonizone, ma non permette il gol che avrebbe accorciato le distanze.
Durante il secondo tempo Mister D’Orto verrebbe allontanto dal campo dagli arbitri, reo di aver minacciato arbitri e dirigenza rossoverde che si lamentavano di uno dei giudici di gara che parlottando con l’allenatore capitolino permaneva vicino alla panchina delle romane invece che a centro campo come da regolamento.
Inizia il secondo tempo sulla stessa falsa riga del primo con le Ferelle a premere e spremere le romane, Shindler con il suo staff tecnico decidono di far trascorrere i minuti facendo svolgere un fitto giro palla che a un certo punto sembra quasi prendere in scacco le romane tanto da scatenare il boato del pubblico romano quando Renata esibisce tutto il suo repertorio dribblando due avversarie in chiusura. Poco dopo arriva l’enensima magia, le romane si scoprono e la fitta rete di passaggi lancia Renata ancora verso la porta, la numero nove non tradisce e compie l’ennesima magia andando a esultare verso la marea rossoverde presente al Pala Olgiata. Coppari e Brandolini entrano in campo a dar respiro e fanno un grande lavoro interpretando la partita in modo perfetto. Tanto che la numero tredici sfiora il gol rubando la palla e a porta sguarnita in modo fin troppo altruista la serve a Renata, Gayardo capisce e interviene sventando la rete. A coronare il capolavoro rossoverde arriva la magia del Capitano che al Pala Olgiata compie una partita quasi perfetta andando a salatare prima Maite con una giocata sopraffina e poi anticipando con un tunnel Pomposelli servendo la palla a Manieri che la spinge dentro con tempismo cronometrico.
E’ lo 0-4 e i tifosi vanno in visibilio. Gli ultimi due minuti e mezzo producono il gol della bandiera dell’Olimpus con un gran tiro da fuori di Gayardo che poi va a sbeffeggiare i tifosi rossoverdi indicandosi lo scudetto sul petto, l’arbitro la richiama, ma non l’ammonisce. Termina 1-4 il big match della giornata e la possibilità del secondo posto adesso diventa davvero concreta visto i meno sette dalla vetta e i meno quattro dalle seconde. Venerdi sera con la Lazio sarà una autentica finalissima, poi Rambla e Thiene entrambe già retrocesse. Servirà quindi un Pala Di Vittorio da inferno per portare i tre punti decisivi per la rincorsa alla vetta e ne siamo certi Terni sarà vicina alle sue Ferelle.
Ufficio Stampa
Foto Luca Pagliaricci